Davanti a me tre pilastri di dolomie si stagliano al cospetto della Via Lattea: le Tre Cime di Lavaredo spiccano austere in contrapposizione alla volta celeste, placida ed imponente. E’ la copertina de “Il Cielo Stellato delle Dolomiti”, una pubblicazione raffinata ed attraente. Sfogliarla significa lasciarsi trasportare tra le luci siderali e le ombre delle aguzze cime ampezzane.
“Il Cielo Stellato delle Dolomiti”, edito da La Cooperativa di Cortina, non è solo un elegante volume di fotografia del cielo, ma anche un concentrato di immagini poetiche che racchiude gli astri in un’aura di sacralità, mostrandoceli vividi e presenti nel nostro paesaggio mentale. Senza dubbio si pone tra le migliori pubblicazioni degli ultimi dieci anni nel settore astronomico e si distingue sia per l’alta qualità delle immagini, sia per la completezza dei testi, arricchiti da appropriate citazioni poetiche.
Il libro nasce da un progetto editoriale seguito da Alessandro Dimai con l’apporto dei soci della quarantennale Associazione Astronomica Cortina ed è diviso in sei capitoli: “Un viaggio nell’universo”, “Noi siamo figli delle stelle”, “Due passi in cielo”, “Fotografando il cielo”, “Manuale di un cacciatore di stelle” e “40 anni di Associazione Astronomica Cortina”.
Ben quatordici sono gli astrofotografi che hanno immortalato il cielo dolomitico, tra cui alcuni fotografi di fama internazionale: Virgilio Cavalet, Daniele Da Col, Piergiorgio Cusinato, Alessandro Dimai, Diego Gaspari, Giorgia Hofer, Giuseppe Menardi, Marco Migliardi, Marcella Giulia Pace, Alfonso Pocchiesa, Renzo Volcan Alessandra Masi,. Tutti gli autori mostrano una notevole attitudine allo sguardo, sono dei veri e propri cacciatori d’immagini e mi piace immaginare ognuno di loro come un vagabondo Ansel Adams per i sentieri del Cadore abbagliato dalla luce astrale, mentre ricerca l’affinità dei luoghi fermando il tempo e coinvolgendo gli astri nella vita quotidiana.
Le 102 immagini sono talmente affascinanti che possiamo definirle “pitture fotografiche” e varrebbe la pena di comprarlo solo per ammirare la galleria fotografica. Sicuramente ci troviamo di fronte ad una straordinaria raccolta d’immagini che un singolo autore difficilmente riuscirebbe a produrre con standard qualitativi così elevati. Nelle foto le Dolomiti fanno da sfondo ad un cielo scintillante o forse dovremmo dire che è il cielo a fare da sfondo alle scintillanti cime ampezzane. In ogni caso il libro ci fa amare ancora di più questo ambiente magico e fatato.
Il primo capitolo “Un viaggio nell’universo” è un’introduzione all’osservazione del cielo stellato con accenni alla struttura del sistema solare e della Via Lattea. Leggendolo si viene guidati nell’approccio col cielo notturno e si scopre l’etimo (che risale a Platone) della parola “desiderio”.
Il secondo capitolo ”Noi siamo figli delle stelle” è un approfondimento sulla vita delle stelle: vengono descritte protostelle, giganti rosse, nane bianche e supernove. Viene anche illustarato il programma Col Druscè Remote Observatory Supernove Search Program, con il quale gli astrofili di Cortina hanno effettuato 250.000 osservazioni extragalattiche dal 1999.
Il terzo capitolo “Due passi in cielo” è un elenco ragionato di trucchi per individuare e riconoscere le stelle: come misurare gli angoli in cielo usando le mani, come orientarsi, usare i cataloghi, individuare le costellazioni, riconoscere le stagioni del cielo e le principali costellazioni.
Il quarto ed il quinto capitolo sono probabilmente i più interessanti perché introducono il lettore nel complesso mondo della fotografia astronomica senza mai entrare in tecnicismi troppo complessi; viene usato un linguaggio discorsivo e completamente fruibile per tutti. In particolare il quinto capitolo descrive gli oggetti più fotogenici da riprendere. Essendo un libro di grande impatto fotografico, mi sarei aspettato un approfondimento maggiore sulla tecnica fotografica ed in particolar modo una sezione apposita dedicata ai fenomeni ottici atmosferici (fotometeore). Quest’ultimi invece sono appena accennati. A mio avviso il miglior modo di imparare a fotografare il cielo consiste nel leggere le didascalie delle foto al fine di capire le impostazioni e le ottiche necessarie per realizzare le immagini. Essendo questo un libro fotografico, mi sarei aspettato che ci fosse la didascalia tecnica sotto ogni immagine e non solo a corredo di pochi scatti.
L’ultimo capitolo è dedicato ai primi quarant’anni dell’Associazione Astronomica Cortina con la descrizione delle attività svolte, grazie alle quali l’associazione ha fatto e sta facendo la storia dell’astrofilia del Cadore, delle Dolomiti e dell’Italia.
Tutti i capitoli concorrono a delineare un prodotto editoriale veramente stimolante, raffinato, utile ed interessante sia che si legga per interessi astronomici, sia per interessi culturali naturalistici. Nello sfogliarlo viene voglia di partire con la macchina fotografica per quelle vette incantate. A tal proposito è presente una sezione dedicata ai sentieri per il trekking, con le relative difficoltà, che portano nei siti dove sono stati realizzati gli scatti notturni più scenografici di questo volume.
